A Solo, Petit Verdot, Guicciardini Strozzi.
Potrebbe sembrare un errore invece si tratta di finezza stilistica. Almeno così interpretiamo la volontà di questo storico produttore toscano che alludendo chiaramente al mondo musicale ha deciso di chiamare "A Solo" un vino rosso ottenuto da vitigno Petit Verdot in purezza. Siamo in Alta Maremma, come territorio, e certo il Petit Verdot non è un autoctono, ma dicono che si "esprime bene". Torniamo "all'assolo" che Treccani spiega così: "Composizione, o parte di essa, eseguita da un solo esecutore (vocale o strumentale), isolato da una massa corale o strumentale. Si chiama anche semplicemente 'solo', e 'solo' è la didascalia musicale corrispondente". L'etichetta sottolinea graficamente l'adozione del mondo musicale con uno spartito al centro (dove si vede una nota solitaria) e anche, forse ridondante ma decorativa, una tastiera alla base del rettangolo. Un'etichetta classica con una "iniezione" concettuale coerente con il nome prescelto. Volendo filosofeggiare un po', per quanto i grandi soloni ci concedano di farlo per una semplice etichetta di un vino, possiamo dire che sempre il packaging può essere come uno spartito vuoto (in partenza) dove le note, di design, semantiche, grafiche e concettuali, compongono la "sinfonia comunicativa". Certo, serve un bravo compositore!