Nemesio, Malbec, Nemesio Winery.
Questo nome che viene dalla lontana Patagonia, potrebbe essere un ottimo appellativo anche per qualche vino rosso italiano, di "spessore". Non che questa sia una caratteristica totalmente positiva (il fatto, per un nome, di essere "intercambiabile", cioè di potersi adattare a vini diversi), infatti un "buon nome" dovrebbe "calzare" solo a unicamente per il prodotto per il quale viene creato. Si tratta quindi di un esempio che ci consente di fare valutazioni sulle varie tipologie di nomi. Quindi, stavamo dicendo, che questo bel nome potrebbe campeggiare con grande dignità anche su qualche altro vino carismatico. Si tratta infatti di una menzione autorevole "Nemesio". Vediamo la definizione di Treccani: "Nemèsio (gr. Νεμέσιος), filosofo cristiano (4º-5º sec.), vescovo di Emesa in Siria o d'Emisia in Fenicia. Scrisse il trattato Περὶ ϕύσεως ἀνϑρώπου ("Sulla natura dell'uomo"), di forte ispirazione neoplatonica, soprattutto nella psicologia (Nemesio ammette la preesistenza delle anime), ma chiaramente orientato come apologia del cristianesimo". Insomma si tratta di filosofie sulla natura dell'uomo e si parla di anima. Il vino ci sta dentro alla grande. Le origini, le ragioni, le inflessioni, di questo nome potrebbero anche provenire dal termine "Nemesi" che sempre Treccani definisce così: "Nèmeṡi, nome proprio (gr. Νέμεσις, lat. Nemĕsis), personificazione nella mitologia greca e latina della giustizia distributiva e perciò punitrice di quanto, eccedendo la giusta misura, turba l’ordine dell’universo". Bello questo concetto della "giustizia distributiva" e della "giusta misura" che sempre dovrebbero regnare nella vita come sulla buona tavola, vino compreso, naturalmente. E infine un po' di fonetica: suona bene "Nemesio", è morbido, rotonto, confortevole, pacato, saggio, anche senza conoscerne il significato. Per quanto riguarda il design dell'etichetta, molto classica, pulita, ordinata, si salva a livello di incisività di percezione e di comunicazione grazie a quel bollo rotondo blu che fa da "centro dell'attenzione", un bersaglio per gli occhi, che sempre nel design delle etichette dovrebbe essere presente. In un modo o in un altro. Una specie di nemesi alla quale molti produttori dovrebbero sottoporsi, viste le etichette che girano sugli scaffali italiani.