Uomini Buoni (un po' Bambini) in Etichetta

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Langhe Nebbiolo, Josetta Saffirio.

La cantina di Sara Saffirio, ha rinnovato le etichette: ogni tanto un restyling generale ci sta. Le aziende vinicole hanno storie che si evolvono e racconti da rinverdire. Cambiano anche le mode, ma non è questo: il fatto è che cambia il rapporto con l'esterno e forse anche qualcosa di interiore, nel fare il vino, negli anni, di generazione in generazione, senza tralasciare la saggezza antica ma con energia nuova e prospettive ampie. Possiamo quindi fare un confronto tra la vecchia etichetta (a destra) del Langhe Nebbiolo di casa e quella nuova (in alto a sinistra). Innanzitutto gli gnomi: presenza costante nell'immagine della cantina. Presenza che nel sito aziendale viene razionalizzata con questo racconto: "Gli gnomi sono la coscienza degli uomini buoni. Ernesto Saffirio conservava un’animo di bambino, nonostante le prove cui la vita lo aveva sottoposto. Alla sera raccontava alla piccola Josetta che da bambino vedeva nel cortile della cascina di Castelletto arrivare uno gnomo con un carretto trainato da topolini. Fu così che Josetta tramandò queste favole ai suoi figli Sara e Alessio, dedicando i vini a questi personaggi del bosco che aiutano i contadini prendendosi cura degli animali e controllando la cantina, in cambio di un po’ di vino".
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Certo si tratta di un visual che trasporta la mente, anche di chi lo approccia per la prima volta e non conosce la storia famigliare dei Saffirio, a sensazioni infantili, giocose, scanzonate, elementari, spontanee. Il vino è una "cosa" seria direbbe qualcuno. Perché "giocare" con temi infantili? In questo caso gli gnomi offrono due o tre aspetti positivi: l'originalità (altri gnomi albergano sulle etichette nazionali, ma non troppo spesso), la cromaticità (attira l'attenzione) e la storia personale (quella raccontata dagli avi e fin qui trasportata e trasformata in storytellig, come si dice oggi). Notiamo l'ordine grafico della nuova etichetta, certamente migliorativa rispetto alla precedente che presentava lo gnomo più grande e le diciture un un carattere di scrittura graziato, arcaico e poco leggibile. La riduzione dello Gnomo (sembra una battuta ma è andata così) ha comunque ottenuto l'effetto di ridurre anche le sensazioni infantili e fiabesche, forse eccessive nella vecchia versione. Molto positivo comunque che il design in etichetta abbia e mantenga un gancio con la "favola" di famiglia. Purtroppo manca questo tipo di coerenza in molte etichette italiane.