Ghemme, Torraccia del Piantavigna.
Ci sono nomi (in questo caso parliamo di un nome aziendale) che spiccano in complessità, diciamo in particolarità. Non è una caratteristica automaticamente positiva. Dipende dalle parole e dalle circostanze. "Torraccia del Piantavigna" è un nome composto, per questo complesso. Piuttosto complicato anche dal punto di vista fonetico, cioè non facile da pronunciare, non scorrevole. Ha dalla sua, nel suo specifico caso, la particolarità. La "Torraccia" incuriosisce, una torre non come tutte le altre, evidentemente. Che forse nasconde qualche storia misteriosa, si potrebbe pensare. Il "Piantavigna" anche incuriosisce: si pensa a un contadino, o forse a un vignaiolo "piantagrane", chilosà. E per saperlo davvero andiamo a leggere nel sito del produttore: "Quella di “Torraccia del Piantavigna” è una storia che risale ai primi anni ’50 del secolo scorso, quando Pierino Piantavigna mise a dimora un piccolo vigneto sulle colline di Ghemme, nei pressi del seicentesco castello di Cavenago. Il nome dell’azienda, coniato molti anni dopo e ispirato alla vita appassionata che Pierino ha speso tra i filari del suo vigneto, deriva dall’appellativo “Torraccia” dato a una collina, particolarmente cara al Piantavigna, di eccezionale esposizione e di forma quasi circolare che si trova poco a nord del castello di Cavenago. La presenza della vecchia torre del castello, una vera “torraccia” a causa del suo stato di abbandono, è altro motivo di ispirazione del nome aziendale". Bene, c'è una storia, c'è il territorio, c'è umanità, e nel complesso c'è anima. Per questo il nome, sia pure "complicato", può risultare simpatico, memorabile, peculiare, originale.