Buon esempio di semplicità in etichetta per questa bottiglia di vino di un noto produttore marchigiano. Il nero dona eleganza, le forme suadenti "accompagnano" l'occhio, quel "baffo" di giallo intenso (forse anche troppo "sparato", certo criticabile per un vino rosso) si fa notare sullo scaffale. Semplice e lineare: meglio così rispetto a spasmodiche profusioni di complessità. Il nome è interessante: si tratta di una rosa gialla del Giappone (da qui, immaginiamo l'uso del giallo in etichetta), unica specie della varietà Kerria che prende il nome dello studioso William Kerr che la introdusse in Europa. Naturalmente tra le caratteristiche del vino in questione vi è il profumo di rosa. Il cerchio si chiude. La modalità che è stata scelta per scrivere "Kerria", complessa e piuttosto slegata dal resto, conferma il generale dinamismo del design e si fa notare per originalità e slancio artistico.