Si può dire tutto (e dopo lo diciamo) ma non si può negare che questa linea di bottiglie si fa notare in mezzo alle altre sugli scaffali. Certo, somigliano a quelle palette di segnalazione per le navi che, guarda caso, sono fatte per essere viste bene a grandi distanze. E allora diciamo che, da vicino, non eccellono in eleganza, sembrano grossolane, ma alla lunga distanza "rendono". Rendono bene. L'occhio, insomma, non può fare a meno di cascarci. Se poi si aggiunge il fatto che sono firmate Angelo Gaja (con tutto l'abile discorso di marketing che c'è dietro, oltre, naturalmente ad un lavoro di ricerca della qualità davvero encomiabile) allora l'operazione-comunicazione è completa. L'ironico e istrionico (a modo suo, di fatto non si fa vedere troppo in giro) Angelo Gaja trova anche (da solo, senza rivolgersi ai professionisti del settore, sembra) nomi interessanti per le proprie produzioni. Ad esempio sembra cha Ca' Marcanda nasca da una affermazione pseudo-dialettale della moglie "quella è proprio una Ca' Marcanda", cioè una "casa del mercato eterno", cioè un'impresa infinita e sfinente, quando l'Angelo cercava terreni senza trovarne di appropriati, nelle campagne vicino a Bolgheri (sicché questi vini sono la "produzione toscana" del Gaja). Naturalmente anche Promis e Magari sono una produzione della mente vulcanica dell'Angelo nazionale (e molto internazionale).