Ci sono due "problemi" con le etichette definibili come "tipografiche" (quelle che sostanzialmente sono - anche visivamente - composte da lettere, di solito molto grandi): il fatto che "poteva crearle anche un tipografo" (con tutto il rispetto per questa mirabile categoria artigiana ormai scomparsa in favore della composizione tipografica digitale) e l'aggravante di voler scrivere in verticale (perché, viste le limitate dimensioni delle etichette per bottiglie di vino e il loro sviluppo verticale, questa spesso risulta come l'unica soluzione possibile volendo collocare scritte macroscopiche). Il risultato si può accettare solo "a capo torto", cioè leggendole a collo inclinato. Ma non è solo questa "scomodità" a sconsigliare simili soluzioni creative (che di creativo hanno poco), è anche una questione di eleganza, gusto, bellezza. In pratica: la ricerca a tutti i costi di impatto visivo non deve prevaricare la gradevolezza generale.