Le Calende Piemontesi al Sapor di Nebbiolo

                            

Le Calende, Nebbiolo d’Alba, Terre del Barolo.

Stilisticamente bella questa etichetta da GDO del produttore Terre del Barolo. La linea, che comprende anche altri vitigni oltre a questo Nebbiolo, si chiama “Le Calende”. Nella percezione generale le calende sono collegate a quelle greche (che di fatto sono quelle romane, da qui “calendario”). Ed esattamente, secondo Wikipedia: “ La locuzione italiana ‘alle calende greche’, derivante da quella latina kalendas graecas, ha il significato metaforico di "mai". La frase ‘ad kalendas graecas soluturos’ ("intenzionati a pagare alle calende greche") è attribuita all'Imperatore Augusto che ne avrebbe fatto uso di frequente per indicare persone che non intendevano pagare un debito. Il significato di "mai" deriva dal fatto che le calende esistevano solo nel calendario romano, nel quale corrispondevano al 1º giorno di ogni mese, e non in quello greco: protrarre un pagamento fino alle calende greche voleva dire riportarlo ad una scadenza inesistente”. Da sempre nota negli ambienti contadini è la Calenda di Maggio, cioè il primo giorno di quel mese, inteso come vero inizio della bella stagione e quindi atteso spasmodicamente. Il sospetto è che si possano chiamare così anche alcune conformazioni collinari tipiche della zona del Barolo, ma questa è tutta un’altra storia. Da notare, a livello grafico, in questa etichetta, l’appropriato uso degli inchiostri a rilievo che tracciano sia il disegno centrale sia il nome del vino in alto. Bella sintesi, ottima memorabìlia.

Il Massaro, la Massaia e la Masseria


Motula, Primitivo, Masseria Liuzzi.

Da dove può nascere il nome di questo vino? Parola strana, difficile da collocare semanticamente, e infatti deriva da una collocazione topografica, ben spiegata dal produttore stesso nel proprio sito internet: “La “Masseria Liuzzi” sita in contrada Marinara dell’agro di Mottola, nasce oltre un secolo fa come “I Casidd d Liuzzi”, ad indirizzo cerealicolo/zootecnico. Col tempo e nei vari passaggi, l’attuale “Masseria Liuzzi” ha pian piano convertito la sua vocazione agricola nella produzione viticola su circa 10 ettari di terreno, di natura mediamente argilloso/calcareo di limitato spessore, poggiante sui banchi compatti di roccia spesso affiorante in superficie, esposti a Sud ad un altitudine media s.l.m. di circa mt. 270. Nel contesto dei produttori tarantini, ben si colloca l’azienda vitivinicola “Masseria Liuzzi”, che dall’anno 2010, produce direttamente il proprio “Primitivo” I.G.T. in modo naturale rispettando la migliore tradizione contadina”. In un solo, breve, racconto abbiamo appreso le origini del nome del vino, e del nome dell’azienda, entrambi affioranti dalla storia e dalle tradizioni dei luoghi. Non ci rimane che andare a cercare l’origine della parola “Masseria” che Treccani spiega così: “Masseria (o massaria), derivato da massaio (o massaro) cioè l’azienda rurale diretta da un contadino secondo il contratto di colonia parziaria”. Forse da qui anche la parola “massaia”, cioè colei che dirige le faccende domestiche? E infine un commento alla grafica dell’etichetta: spartana, lineare, diretta, pulita, efficace. Null’altro da aggiungere.